sabato 5 gennaio 2013
Greetings from Asbury Park, N.J. compie 40 anni
Ventitré anni, autore, chitarrista, cantante che recrimina in tono folk e che modula l’esuberanza nera dell’R&B, Springsteen adotta un blend che ben presto risulta identitario.
Nove tracce alternano bozzetti di docile quotidianità a squarci di struggente poesia. Le parole di Springsteen sono come le acque di un fiume: si adattano al suo corso, s’ingrossano o ristagnano, si contaminano, filtrano lentamente o corrono impetuose tra argini che a stento tengono. Una verbosità – per dirla con Lester Bangs – che contraddistingue soprattutto Blinded By The Light, carica di rime che si incalzano come gli stralunati eventi narrati.
Greetings colleziona fotogrammi di comprimari erranti che trascinano la propria ombra in un groviglio suburbano fatto di macerie sentimentali e proclami di autodeterminazione. Springsteen recita nei panni del disadattato, fa un primo accenno al baratro sotto i piedi del reduce (le atrocità in Vietnam sono ancora in corso), fotografa un mondo romantico e decadente, innocente eppure ambiguo. Qui debuttano i caratteri di una poetica che brillerà poco più avanti, matura e disillusa come il suo artefice. Una creatività rudimentale, e per questo autentica, che non rimane scalfita dall’eclatante insuccesso commerciale originato da scelte azzardate (tra tutte, quella clamorosa della CBS che presenta il ragazzo alla stregua di un clone dylaniano).
L’impalcatura musicale è autografa, traboccante e figlia del tempo, ma in parte regge alle mode anche grazie ai riusciti arrangiamenti di David Sancious (piano e tastiere), Clarence Clemons (sassofono), Garry Tallent (basso) e Vini "Mad Dog" Lopez (batteria). Il primo nucleo di un gruppo che ben presto s’imporrà nell’olimpo rock come The E Street Band.
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