Il Medimex di quest'anno doveva presentarsi in una veste rinnovata, una special edition per l'appunto, e tale è stata. La sesta edizione della kermesse barese, progetto di Puglia Sounds, non ha deluso per qualità e quantità. Ospiti d'onore di primissimo piano, nuovi esponenti della musica contemporanea e i consueti panel per gli addetti ai lavori – discografici, giornalisti, fotografi, startupper, operatori del settore – hanno lasciato il segno caratterizzando un week-end dedito interamente alla manifestazione. Il Cavallo di Troia scelto per rappresentare graficamente questa edizione lascia spazio a diverse interpretazioni. Forse la più appropriata è anche la più intuitiva: la musica quale moto artistico che si insinua nella città, che permea tra le strade, sulle spiagge, nei palazzi storici e che esplode tra i fragori di suoni e ritmi per catturare gli astanti. Il nuovo Medimex ha cambiato epicentro. Non snoda più le sue dinamiche in un luogo unico, monolitico e periferico (la Fiera del Levante), ma articola il suo capillare approccio soprattutto nel centro cittadino dove espropria benevolmente l'ex Palazzo delle Poste, lo Spazio Murat, il Castello Svevo e Piazza Prefettura. Impossibile non rimanere coinvolti dalla manifestazione. Tutti gli eventi, del resto, sono stati offerti a titolo gratuito. A pagamento se ne sono contati solo un paio, ma anche per essi valeva la pena un esborso equo pur di garantirsi l'abbraccio dell'arte musicale.
La mostra David Bowie & Masayoshi Sukita: 40° anniversario Heroes dà l'avvio alla rassegna, l'8 giugno, con il maestro della fotografia giapponese presente in carne e ossa per raccontare la mitica sessione fotografica che ha fermato nel tempo l'iconica espressione di Bowie per il suo album Heroes. Un binomio, quello tra il maestro della pellicola e il Duca Bianco, che ha formato un sodalizio lungo e fruttuoso ben raffigurato con le stampe esposte all'interno delle splendide stanze del Castello Svevo. Oltre 23 gli scatti inediti mai esposti in Italia, con Iggy Pop a fare da “subalterno” a Bowie in fotografie che lo ritraggono calato nei panni di un folcloristico giapponese con tanto di geta ai piedi. Un mostra che ha da subito riscosso successo e che resterà aperta fino al prossimo 2 luglio.
Proprio Iggy Pop, già coprotagonista negli scatti di Sukita, è stato artefice indiscusso di questa edizione del Medimex. Il suo concerto è stato davvero emozionante, trascinante e d'impatto. Non è un iperbole. Iggy è indubitabilmente un uomo anziano di 70 anni, è pieno di acciacchi ed evidenzia un passo claudicante, ha una pelle pachidermica e l'artrosi ha predato le sue dita. Iggy è tutto questo, ma è anche esattamente l'opposto.
La sera del 10 giugno, decine di migliaia di spettatori sono accorsi da ogni parte della Penisola al concerto in esclusiva per l'Italia. Fortunati fans hanno assistito a due ore di pura intensità tra salti, piroette, capitomboli giù dal palco (fortunatamente senza conseguenze), spurghi salivari punk a profusione e rock'n'roll come gli dei del ritmo comandano. Iggy, ancora oggi, sembra dare la polvere a smunti artisti che calcano le scene e denunciano un'età anagrafica tre volte inferiore alla sua. L'iguana galvanizza la band – superlativa –, sobilla la moltitudine pressata in piazza Prefettura (le stime oscillano tra 50.000 e gli 80.000 presenti) e si presta ai fotografi come una diva d'altri tempi. Iggy, insomma, è uno nato per stare sul palco e anche sotto quando, a più riprese, si lascia andare ad una fisicità ostentata e quasi da subito realizzata con abbracci concessi ad un pubblico in visibilio. Quella dello statunitense è davvero una gran performance incentrata sui classici degli Stooges e sulla produzione solista, con tanto di bis inatteso.
Il giorno prima, venerdì 9 giugno, è Tricky ad esibirsi in piazza. Intenso, notturno, torbido. Sono gli aggettivi che più frequentemente si usano per descrivere le sue musiche, le sue tracce meticce, che intersecano generi senza un'apparente delineazione. E sono aggettivi che posso essere ribaditi anche per le riproduzioni nella dimensione live.
L'inglese non è di certo munifico, ma è un professionista del mainstream pop e lo dimostra regalando al pubblico una performance impeccabile che coniuga il repertorio con le uscite più recenti. Il cantante di Bristol ballonzola nel buio, tra luci basse e prevalentemente blu, costringendo la vista a spegnersi nell'oscurità per concedere all'udito il primato dei sensi. Oltre a lui, sul palco, un chitarrista che picchia duro e un batterista che si divide tra tamburi e laptop. Performance speciale anche questa, che poco si abbina ai toni dimessi del set eseguito a ruota dai redivivi Slowdive.
Tricky incendia, mentre gli Slowdive soffocano il climax con un concerto piatto e privo di ambizione. Appesantiti, statici e fuori contesto, i componenti del gruppo ripropongono uno shoegaze fuori tempo massimo, che non avvince e male si adatta a tallonare le impennate ritmiche impresse poco prima da Tricky-Adrian Thaws. Eppure il pubblico accorre numeroso e schiere di giovanissimi sembrano impazzire per la sola presenza della band britannica lì, tra i fumi di scena bucati dai led luminosi.
Nota a margine: i controlli. Doverosi, efficienti e praticamente a tappeto. Ma la massiccia presenza delle forze dell'ordine non ha frustrato le decine di migliaia di appassionati accorsi a Bari per godersi in pace gli spettacoli musicali. Le barriere di cemento e di metallo stridevano con il clima festoso, ma non hanno impattato più di tanto sulla generale spensieratezza che ha ammantato tutti gli eventi.
La chiusura di questa Special Edition del Medimex, domenica 11 giugno, è stata affidata a Solange Knowles (sì, per la cronaca, la sorella di Beyoncé) in un Petruzzelli che per una sera ha dimenticato di essere un istituzione tra i teatri italiani e si è trasformato in una succursale dell'Apollo Theater di Harlem.
Tra scenografie in stile sixties, costumi a metà tra le tute di Star Trek e pigiami a buon mercato, coreografie vintage e una all-coloured band con tanto di sezione fiati, Solange e i suoi hanno preso per mano il pubblico. Un pubblico che si è lasciato condurre, sin dall'avvio, tra ritmi e armonie della black in una sintesi di genere tradotta dal mood dei nostri giorni.
Solange canta – bene, e non è un dettaglio –, balla, scende dal proscenio in mezzo al pubblico generando il panico tra la security e l'entusiasmo in platea, e si avventura a salutare gli afroamericani che occupano un palco laterale. Scatenata, e allo stesso tempo “disciplinata”, rassomiglia alla sua più famosa sorella ma senza lo stesso carico di supponenza, scevra di quel manierismo tipico da star. Il suo concerto, strutturato sul successo dell'ottimo A Seat at the Table, convince e gratifica l'uditorio.
Il comunicato stampa redatto per la chiusura del Medimex 2017 conferma, grazie al computo numerico, il successo della manifestazione. Oltre 120.000 le presenze tra concerti, attività professionali, incontri d'autore, djset, mostre e attività collaterali con 200 artisti coinvolti, oltre 200 operatori, 1.000.000 di contatti sui social, 130 testate accreditate e una ventata di turismo in più per il capoluogo pugliese.
Una conferma circa quanto fin qui svolto nei sei anni di Medimex, ma anche una bella affermazione per Cesare Veronico, il nuovo direttore artistico della kermesse, e il suo staff.
Un riscontro positivo che, più che ad un punto di approdo, assomiglia ad un rinnovato avvio per le future edizioni.
All images are © Francesco Santoro