Davvero curiosa la vicenda di Omara Moctar, chitarrista e cantante nato in Niger trentatré anni fa.
Membro di una tribù Tuareg, lascia il paese per sfuggire al regime coloniale e all’imposizione della sharia. Ma a drammatiche partenze fanno sempre seguito fiduciosi ritorni, nella speranza di trovare la situazione cambiata in meglio. Tra la siccità endemica e il conflitto che non si esaurisce, Omara si ritrova per le mani una chitarra che è àncora di salvezza in un mare di sconforto. Sembra solo un arnese capace di distoglierlo dalle atrocità e invece si rivela la chiave per il suo futuro. Appresi i primi rudimenti, studia con un celebre chitarrista locale, Haja Bebe, mentore che lo inserisce nella propria band e gli affibbia il soprannome “Bombino”, storpiatura – chissà perché – del nostro bambino. La sua musica è sì apprezzata, ma solo da una ristretta cerchia. Omara, invece, è destinato a ben altri successi: il suo debutto sembra essere costellato da incontri fortunati in tempi nefasti e in luoghi lontani dai consueti centri dello showbiz.
Nel 2009, in viaggio nei pressi di Agadez (Sahara) il regista Ron Wyman si ritrova ad ascoltare alcuni nastri incisi da Bombino e ne rimane colpito. Si mette sulle sue tracce e lo trova mentre consuma un autoinflitto esilio in Burkina Faso, per sfuggire ad una guerra civile che non cessa e che coinvolge mortalmente due componenti della band. Bombino finisce in alcune riprese che Wyman gira per un documentario sul popolo nomade dei Tuareg e lo incoraggia a registrare con mezzi più professionali, anzi, gli produce il disco che debutta sulla sena internazionale con vasta eco. Un disco che si chiama proprio Agadez, che lacrima i tormenti dell’Africa, che ne ostenta la ruvidità ancestrale ma che poi sfocia nella spirale tensiva del blues urbano di Hendrix.
Nei mesi scorsi Bombino, con i suoi musicisti, ne ha inciso il seguito. Per farlo è andato molto lontano dalla sua terra, a Nashville, in un esilio che questa volta risulta dorato.
Prodotto da Dan Auerbach dei Black Keys, l’album è emblematicamente intitolato Nomad.
Esce il 2 aprile e più in là (il 6 dicembre) Bombino avrà modo di esibirne uno scorcio anche alla prestigiosa Carnegie Hall di New York.
Ancora una volta la musica conferma di non temere sciagure e confini.
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