Undici istantanee che formano una sorta di pastorale americana. Con una voce squillante (a tratti da bambina) che arrotola ogni parola, Anais Mitchell traccia le sorti di una nazione, dei suoi figli allo sbando e del futuro incerto che li attende.
Folk e western richiamano melodie agresti per sorreggere una prosa di grande caratura. A partire dall’evocativo titolo dell’intera opera, Young Man in America, ogni respiro è calibrato, ogni nota è pesata, in un raro binomio tra climax sonoro e lirico difficile da trovare in artisti contemporanei.
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