Undici istantanee che formano una sorta di pastorale americana. Con una voce squillante (a tratti da bambina) che arrotola ogni parola, Anais Mitchell traccia le sorti di una nazione, dei suoi figli allo sbando e del futuro incerto che li attende.
Folk e western richiamano melodie agresti per sorreggere una prosa di grande caratura. A partire dall’evocativo titolo dell’intera opera, Young Man in America, ogni respiro è calibrato, ogni nota è pesata, in un raro binomio tra climax sonoro e lirico difficile da trovare in artisti contemporanei.
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lunedì 23 gennaio 2012
giovedì 19 gennaio 2012
venerdì 13 gennaio 2012
Ani DiFranco - ¿Which Side Are You On?
Sembra che lo spirito critico stia rifiorendo. Almeno negli Sates.
Segnali di inquietudine provengono dall'ambito artistico, letterario, sociologico e persino politico.
Arundhati Roy, autrice fuori dal coro, ha intravisto nella protesta di Occupy Wall St. "una lotta per la giustizia, non solo per gli U.S.A. ma per tutti". I ragazzi di Zuccotti Park hanno dato vita a un movimento spontaneo sorto nel "cuore stesso dell'impero" che ha trasmesso speranza e ha contribuito ad articolare una visione alternativa al sistema che tende a trasformare "tutti i suoi cittadini in zombie irretiti dall'equazione tra consumismo insensato, felicità e realizzazione personale" [1].
Un po' quello che dice la nuova strepitosa rivisitazione di ¿Which Side Are You On? a cura di Ani DiFranco.
L'immortale inno dei lavoratori, reso celebre da Pete Seeger, è il motivo trainante del nuovo album della folksinger americana.
Un link al passato per indagare il presente.
Sublime.
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Segnali di inquietudine provengono dall'ambito artistico, letterario, sociologico e persino politico.
Arundhati Roy, autrice fuori dal coro, ha intravisto nella protesta di Occupy Wall St. "una lotta per la giustizia, non solo per gli U.S.A. ma per tutti". I ragazzi di Zuccotti Park hanno dato vita a un movimento spontaneo sorto nel "cuore stesso dell'impero" che ha trasmesso speranza e ha contribuito ad articolare una visione alternativa al sistema che tende a trasformare "tutti i suoi cittadini in zombie irretiti dall'equazione tra consumismo insensato, felicità e realizzazione personale" [1].
Un po' quello che dice la nuova strepitosa rivisitazione di ¿Which Side Are You On? a cura di Ani DiFranco.
L'immortale inno dei lavoratori, reso celebre da Pete Seeger, è il motivo trainante del nuovo album della folksinger americana.
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[1] Tratto da We are all Occupiers (The Guardian).
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