lunedì 25 luglio 2011

Indizi per un concerto

La settima edizione del Locus Festival di Locorotondo è dedicata al compianto Gill Scott-Heron. Un suo gigantesco ritratto campeggia al lato del palco allestito per la rassegna. Il primo piano lo ritrae con l'immancabile coppola che cela capelli brizzolati e la visiera che adombra palpebre chiuse in cerca di meditazione.    
La stessa meditazione raggiunta e poi bruscamente interrotta dall'artista di scena ieri sera durante un componimento pervaso da drammatico lirismo. Formula di un rito ormai estinto, l'invocazione mossa da qualcuno dell'organizzazione - "c'è un medico in platea?"- nel mezzo dell'esecuzione spezza il pathos ricreato da una prova canora che richiede concentrazione e abilità.

In realtà tutta l'esibizione non è delle più semplici e neanche il costume da Wonder Woman (zatteroni kitsch risalenti all'era "disco", solita tutina attillata e cinturone) serve a respingere più di un tiro mancino della sorte.
Ancora in trio (ma che fine ha fatto il vecchio tastierista?), il combo americano esegue una scaletta incentrata sull'ultima pubblicazione che ben poco spazio lascia a ciò che è stato. Sorprende la scelta di una grintosa Christobel nei bis, incanta l'esecuzione per sola voce e piano di Human Condition, a chiudere il sipario, e impressiona (anche per gli sviluppi) Forever And A Year, il brano bruscamente interrotto per un'emergenza (ma non ci dovrebbe essere un'unità sanitaria ai concerti?).
Lo spettacolo ipnotizza solo a tratti. Troppi i momenti di disturbo: uno tra il pubblico che si reinventa fonico e si mette a urlare imprecisati consigli, il motociclista che si mette a sgassare nella zona pedonale attigua alla location, l'arrivo dell'ambulanza a sirene spiegate per il malore della spettatrice. L'atmosfera da spettacolo di piazza, insomma, non è propriamente adatta alle dinamiche di questo evento. Di gran lunga preferibile l'intimo concerto di quattro mesi fa in un piccolo teatro sperduto nel Salento.
Se la tensione emotiva sul palco risulta intermittente, però, quella volta ad accogliere l'entusiasmo degli spettatori dopo lo show è decisamente alta.
Sempre disponibile e attentissima ad ogni richiesta, l'artista adottata da Brooklyn autopromuove nel retropalco la vendita (un male necessario che ironicamente definisce "davvero emozionante") di suoi dischi e magliette. La conferma di un'apertura totale alle richieste dei fan giunge anche a me. Ci eravamo già incontrati proprio nella precedente tappa pugliese ed è stato sorprendente ritrovarsi quasi come vecchi conoscenti, a fine concerto, ambedue con i ricordi nitidi circa l'antefatto. Due chiacchiere, una stretta di mano, una foto di gruppo e un arrivederci.

E poi ... be', il racconto migliore è sempre quello riferito dai protagonisti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh ha avuto gusto per la scelta della spiaggia. Do you remember?

Francesco Santoro ha detto...

Sì è una spiaggia molto bella, sovrastata da un castello che la musicista ha prontamente fotografato http://instagr.am/p/IZ2Ye/
Ciao!