sabato 16 luglio 2011

Benvenuti a Psychobabele

Giovanni Sileno dei Leitmotiv mi conferma che l’autore dello scatto che campeggia sul loro sito è proprio “quel” Canitano ("Ci siamo incontrati l'anno scorso") il fotografo che, tra gli altri, ha immortalato Springsteen e U2.

foto di Giovanni Canitano

L’immagine è tutto oggi. Anche per chi propone musica ricca di sostanza, la forma è importante. Senza una foto d’autore o un video capace di restare a galla tra milioni di fotogrammi, in tv e sul web, si rischia di passare inosservati. I Leitmotiv cercano di far risaltare i contenuti delle proprie creazioni con filmati e ritratti singolari. Ma non è compito facile. Vederli dal vivo è il modo più autentico per trovare il significato tangibile delle loro composizioni. Hanno girato diversi video (fruibili qui) per promuovere L’Audace Bianco Sporca il Resto, debut album del 2008, tutti dotati di una certa originalità. E nel solco dell’autenticità continuano a produrne.
Oggi la band è in tour per presentare lo spettacolo tratto da Psychobabele, full-length pubblicato lo scorso febbraio. Dieci splendide tracce più una stravagante ghost track (Polaroid, che sta a metà tra il trip lisergico e la concessione alle pressanti richieste di un amico ornitologo: ragazzi, con tutti quei cinguetii!).
Proprio Psychobabele, omonimo singolo del disco, ha ispirato la realizzazione della clip che è una «una miscellanea di tecniche di animazione: "spot motion", "computer graphic" e "real-time"», ma stasera al Contestaccio di Roma c’è la presentazione ufficiale di una nuova produzione audiovisiva. Si tratta di Limacuore ballata delicata e sognante adeguatamente fasciata da toni soffusi.



Video a parte, di seguito c'è il ricordo sulla performance live di ieri sera.

Benvenuti a Psychobabele”. Non formula di accoglienza ma preallarme sul caos che ai giorni nostri avvolge e disperde. L’incipit di Giorgio Consoli, cantante dei Leitmotiv, dà il via a uno spettacolo caratterizzato da una singolare anarchia di citazioni artistiche. La musica è il postulato della band, ma è anche il pretesto per amalgamare linguaggi che altrove non si armonizzano, irrigiditi come sono da modelli convenzionali. La cifra stilistica dei Leitmotiv, invece, sta nella celebrazione dell’arte nella sua pienezza.

Al Santo Graal Village di Trani, in una serata torrida, si replica l’ennesima tappa del tour in supporto di Psychobabele, secondo album dei cinque di Sava.
Eterogeneo come il precedente L’Audace Bianco Sporca il Resto, disco denso di lirismo e incentrato su certe dinamiche combat folk, Psychobabele è permeato da un’urgenza comunicativa che asciuga i testi e libera maggiore elettricità. L’effetto, dal vivo, è amplificato dalla proverbiale energia profusa dal gruppo. Giovanni Sileno, principale autore di testi e musiche, è conciato da pirata, proprio come nel primo video tratto dall’album (visibile su Rai Music) e passa più tempo a saccheggiare note della chitarra che non dai tasti del piano digitale. Peppino Soloperto, al basso, suona a piedi nudi e questo, perso com’è nel groove, sembra l’unico modo per garantirgli il contatto con la terra. Asciutto e brutale, il drumming di Dino Semeraro sa essere calibrato con preminenza o funzionalità a seconda dell’esecuzione (con tanto di ciuffo a tempo!). Natty Lomartire, chitarra solista dal gusto orientaleggiante, ricama fregi che contrassegnano il sound della band. Giorgio Consoli è il frontman e lo fa come nessuno. Difficile accostarlo ad altre figure già note: non canta i testi, li interpreta attingendo a piene mani dalla recitazione. Nulla di seccante o soporifero, al contrario, questa interazione tra diversi linguaggi espressivi dona forza alle composizioni e genera un live act poliedrico e solido.
La bruciante versione de La Flute Magique (tra le loro migliori creazioni in assoluto) è esaltata da nervosismo punk. Tesa tra rimandi new wave e oscillazioni pop è Perso. Carica di inquietudine è la canzone che dà il nome all’intero album (Psychobabele), turbata da disordine interiore e degrado dell’ambiente. Trova posto, poi, una notevole rilettura di I am the Walrus, l’enigmatica hit dei Beatles.
A due anni dalla precedente tournée i Leitmotiv dimostrano una disinvoltura proporzionale al grado di maturazione artistico raggiunto e pare proprio che si sentano a casa sul palco: curano ogni dettaglio, ci mettono cuore sempre e comunque, esibiscono maggiore consapevolezza dei propri mezzi e passione inusitata per la musica. Indipendente.
Non si tratta di solita band e solito show. I ragazzi hanno talento. Lasciarsi sfuggire una loro performance sarebbe un vero peccato.

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