giovedì 30 dicembre 2010

Elucubrazioni FOLKloristiche di fine anno

Tom Brosseau è un cantante, un musicista, un folksinger vecchia maniera: voce, chitarra e una sporta di malinconia da riversare in fluide melodie.
Sconosciuto ai più, bazzica molto spesso al Largo di Los Angeles, un posto che apre le porte solo ai duri e puri del folk.
Lì Tom ci ha pure inciso un solitario live, Late Night at Largo, nel 2004, sul palco immerso nel silenzio della platea deserta. In scaletta anche la splendida Mary Anne recentemente presa a prestito dall'amico Adam Price (aka Mice Parade) per chiudere il suo ultimo lavoro What It Means To Be Left-Handed.
Proprio di Mary Anne, Brosseau ne ha messo in rete una delicata versione con Angela Correa (aka Correatown). Arrangiamento spartano ma che proprio non necessita di altro per risultare efficace.
A tutto folk i due, che si fanno chiamare Les Shelleys, viaggiano leggeri, con scarpe comode e poca roba nello zaino, tra localini (e definirli tali è già una forzatura) che contano pochi spettatori (e definirli tali è già un’iperbole) e modesti bar frequentati da avventori alticci (e definirli tali è riduttivo). Il loro motto è eloquente: "simple music, good for the soul".
Per stile e umiltà, Brosseau ricorda un grandissimo cantautore che proprio al Largo è di casa: Grant-Lee Phillips.

Grant-Lee ha conquistato il successo, ne ha avidamente mangiato il frutto e ben presto dimenticato il sapore. Sfortuna sua, sì, ma fortuna dei fans che ancora oggi si godono perle ignorate come Virginia Creeper e compagnia bella. Perso il favore delle masse, Phillips suona ancora tra sottoscala fatiscenti e pub indecenti, con incrollabile passione attorniato da band indie di ottima fattura e abbracciato dall'affettuoso pubblico che da anni lo segue nei circuiti paralleli al mainstream.
Con i Winterpills nella scorsa primavera, ha intrapreso un mini tour che l'ha portato in giro per l'America più ruvida e sotterranea (qui una splendida versione di Mona Lisa). La collaborazione è poi proseguita in una non meglio precisata camera da letto (adibita, pare, a nient'altro che sala d'incisione!) dove è nato Tuxedo of Ashes, un EP uscito due mesi fa.

In Italia non c’è un paradisco folk equiparabile al Largo, di sicuro non dalle mie parti. E mi risulta davvero difficile ricordare di una “star” nostrana che sale su un palchetto sgangherato per esibirsi, dietro esiguo compenso, solo per la voglia di divertirsi.
Sarebbe il caso di avvisare Brosseau, Phillips & Co. che se proprio si accontentano di suonare in una bettola, possono farlo anche qui da noi. L’italica accoglienza, del resto, è decisamente calorosa.

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P.S.: Di recente è stata ufficializzata, proprio da Grant-Lee, la notizia della reunion dei Grant Lee Buffalo: saranno in tour nel 2011. Spero solo che non gettino alle ortiche il loro passato in nome di denaro e nostalgia.

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