Red Ronnie ha a che fare con la musica da quarant’anni. Ha intervistato grandi artisti, absolute beginners, condottieri e fanfaroni. Insieme a rarità discografiche, i suoi enormi archivi custodiscono grandiosi successi e brucianti sconfitte. Bandito dalla televisione, è rimasto lontano dallo schermo giusto il tempo di riorganizzarsi e riproporre Roxy Bar, il suo più celebre programma, in streaming.
Red Ronnie crede nel suo personaggio e ne alimenta il mito, rimarca risultati, menziona amicizie prestigiose, si fa umile ma poi rivendica il ruolo di pioniere dell’informazione musicale per ripararsi dalle stilettate degli invidiosi e dalle sassate dei diffidenti. Nel bene o nel male, il suo programma ha messo davanti allo schermo tutti i big della musica (nazionale e internazionale) e ha dato chance a innumerevoli sconosciuti. Eppure, certe sue scelte sono state bollate, da più parti, come inopportune.
Conversatore munifico dedito alle iperboli, giura di sentirsi a suo agio con lo switch informatico, ma poi non gli sovviene un tweet capace di spiegare agli ignari il suo Roxy Bar. Poco male, perché Red Ronnie pare essersi impegnato senza riserve pur di mantenere libera e viva la sua idea di musica anche sul web.
La sua verità, con tanto di nomi e cognomi, durante l'intervista per LSDmagazine.
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