venerdì 29 luglio 2011
lunedì 25 luglio 2011
Indizi per un concerto
La settima edizione del Locus Festival di Locorotondo è dedicata al compianto Gill Scott-Heron. Un suo gigantesco ritratto campeggia al lato del palco allestito per la rassegna. Il primo piano lo ritrae con l'immancabile coppola che cela capelli brizzolati e la visiera che adombra palpebre chiuse in cerca di meditazione.
La stessa meditazione raggiunta e poi bruscamente interrotta dall'artista di scena ieri sera durante un componimento pervaso da drammatico lirismo. Formula di un rito ormai estinto, l'invocazione mossa da qualcuno dell'organizzazione - "c'è un medico in platea?"- nel mezzo dell'esecuzione spezza il pathos ricreato da una prova canora che richiede concentrazione e abilità.
E poi ... be', il racconto migliore è sempre quello riferito dai protagonisti.
La stessa meditazione raggiunta e poi bruscamente interrotta dall'artista di scena ieri sera durante un componimento pervaso da drammatico lirismo. Formula di un rito ormai estinto, l'invocazione mossa da qualcuno dell'organizzazione - "c'è un medico in platea?"- nel mezzo dell'esecuzione spezza il pathos ricreato da una prova canora che richiede concentrazione e abilità.
In realtà tutta l'esibizione non è delle più semplici e neanche il costume da Wonder Woman (zatteroni kitsch risalenti all'era "disco", solita tutina attillata e cinturone) serve a respingere più di un tiro mancino della sorte.
Ancora in trio (ma che fine ha fatto il vecchio tastierista?), il combo americano esegue una scaletta incentrata sull'ultima pubblicazione che ben poco spazio lascia a ciò che è stato. Sorprende la scelta di una grintosa Christobel nei bis, incanta l'esecuzione per sola voce e piano di Human Condition, a chiudere il sipario, e impressiona (anche per gli sviluppi) Forever And A Year, il brano bruscamente interrotto per un'emergenza (ma non ci dovrebbe essere un'unità sanitaria ai concerti?).Lo spettacolo ipnotizza solo a tratti. Troppi i momenti di disturbo: uno tra il pubblico che si reinventa fonico e si mette a urlare imprecisati consigli, il motociclista che si mette a sgassare nella zona pedonale attigua alla location, l'arrivo dell'ambulanza a sirene spiegate per il malore della spettatrice. L'atmosfera da spettacolo di piazza, insomma, non è propriamente adatta alle dinamiche di questo evento. Di gran lunga preferibile l'intimo concerto di quattro mesi fa in un piccolo teatro sperduto nel Salento.
Se la tensione emotiva sul palco risulta intermittente, però, quella volta ad accogliere l'entusiasmo degli spettatori dopo lo show è decisamente alta.
Sempre disponibile e attentissima ad ogni richiesta, l'artista adottata da Brooklyn autopromuove nel retropalco la vendita (un male necessario che ironicamente definisce "davvero emozionante") di suoi dischi e magliette. La conferma di un'apertura totale alle richieste dei fan giunge anche a me. Ci eravamo già incontrati proprio nella precedente tappa pugliese ed è stato sorprendente ritrovarsi quasi come vecchi conoscenti, a fine concerto, ambedue con i ricordi nitidi circa l'antefatto. Due chiacchiere, una stretta di mano, una foto di gruppo e un arrivederci. domenica 24 luglio 2011
martedì 19 luglio 2011
When You’re Strange, ascesa e schianto dei Doors
Un’ora e mezza per descrivere l’ascesa e lo schianto di uno dei gruppi più influenti e discussi di tutti i tempi. When You’re Strange è l’adattamento cinematografico, del regista Tom Di Cillo, sulla fugace ma densa avventura dei Doors. Presentato al Sundance Film Festival già nel 2009, la tardiva uscita in Italia coincide con il quarantesimo anniversario della scomparsa di Jim Morrison, avvenuta a Parigi il 3 luglio del ’71.
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sabato 16 luglio 2011
Benvenuti a Psychobabele
Giovanni Sileno dei Leitmotiv mi conferma che l’autore dello scatto che campeggia sul loro sito è proprio “quel” Canitano ("Ci siamo incontrati l'anno scorso") il fotografo che, tra gli altri, ha immortalato Springsteen e U2.
L’immagine è tutto oggi. Anche per chi propone musica ricca di sostanza, la forma è importante. Senza una foto d’autore o un video capace di restare a galla tra milioni di fotogrammi, in tv e sul web, si rischia di passare inosservati. I Leitmotiv cercano di far risaltare i contenuti delle proprie creazioni con filmati e ritratti singolari. Ma non è compito facile. Vederli dal vivo è il modo più autentico per trovare il significato tangibile delle loro composizioni. Hanno girato diversi video (fruibili qui) per promuovere L’Audace Bianco Sporca il Resto, debut album del 2008, tutti dotati di una certa originalità. E nel solco dell’autenticità continuano a produrne.
Oggi la band è in tour per presentare lo spettacolo tratto da Psychobabele, full-length pubblicato lo scorso febbraio. Dieci splendide tracce più una stravagante ghost track (Polaroid, che sta a metà tra il trip lisergico e la concessione alle pressanti richieste di un amico ornitologo: ragazzi, con tutti quei cinguetii!).
Proprio Psychobabele, omonimo singolo del disco, ha ispirato la realizzazione della clip che è una «una miscellanea di tecniche di animazione: "spot motion", "computer graphic" e "real-time"», ma stasera al Contestaccio di Roma c’è la presentazione ufficiale di una nuova produzione audiovisiva. Si tratta di Limacuore ballata delicata e sognante adeguatamente fasciata da toni soffusi.
Video a parte, di seguito c'è il ricordo sulla performance live di ieri sera.
“Benvenuti a Psychobabele”. Non formula di accoglienza ma preallarme sul caos che ai giorni nostri avvolge e disperde. L’incipit di Giorgio Consoli, cantante dei Leitmotiv, dà il via a uno spettacolo caratterizzato da una singolare anarchia di citazioni artistiche. La musica è il postulato della band, ma è anche il pretesto per amalgamare linguaggi che altrove non si armonizzano, irrigiditi come sono da modelli convenzionali. La cifra stilistica dei Leitmotiv, invece, sta nella celebrazione dell’arte nella sua pienezza.
Al Santo Graal Village di Trani, in una serata torrida, si replica l’ennesima tappa del tour in supporto di Psychobabele, secondo album dei cinque di Sava.
Eterogeneo come il precedente L’Audace Bianco Sporca il Resto, disco denso di lirismo e incentrato su certe dinamiche combat folk, Psychobabele è permeato da un’urgenza comunicativa che asciuga i testi e libera maggiore elettricità. L’effetto, dal vivo, è amplificato dalla proverbiale energia profusa dal gruppo. Giovanni Sileno, principale autore di testi e musiche, è conciato da pirata, proprio come nel primo video tratto dall’album (visibile su Rai Music) e passa più tempo a saccheggiare note della chitarra che non dai tasti del piano digitale. Peppino Soloperto, al basso, suona a piedi nudi e questo, perso com’è nel groove, sembra l’unico modo per garantirgli il contatto con la terra. Asciutto e brutale, il drumming di Dino Semeraro sa essere calibrato con preminenza o funzionalità a seconda dell’esecuzione (con tanto di ciuffo a tempo!). Natty Lomartire, chitarra solista dal gusto orientaleggiante, ricama fregi che contrassegnano il sound della band. Giorgio Consoli è il frontman e lo fa come nessuno. Difficile accostarlo ad altre figure già note: non canta i testi, li interpreta attingendo a piene mani dalla recitazione. Nulla di seccante o soporifero, al contrario, questa interazione tra diversi linguaggi espressivi dona forza alle composizioni e genera un live act poliedrico e solido.
La bruciante versione de La Flute Magique (tra le loro migliori creazioni in assoluto) è esaltata da nervosismo punk. Tesa tra rimandi new wave e oscillazioni pop è Perso. Carica di inquietudine è la canzone che dà il nome all’intero album (Psychobabele), turbata da disordine interiore e degrado dell’ambiente. Trova posto, poi, una notevole rilettura di I am the Walrus, l’enigmatica hit dei Beatles.
A due anni dalla precedente tournée i Leitmotiv dimostrano una disinvoltura proporzionale al grado di maturazione artistico raggiunto e pare proprio che si sentano a casa sul palco: curano ogni dettaglio, ci mettono cuore sempre e comunque, esibiscono maggiore consapevolezza dei propri mezzi e passione inusitata per la musica. Indipendente.
Non si tratta di solita band e solito show. I ragazzi hanno talento. Lasciarsi sfuggire una loro performance sarebbe un vero peccato.
foto di Giovanni Canitano
L’immagine è tutto oggi. Anche per chi propone musica ricca di sostanza, la forma è importante. Senza una foto d’autore o un video capace di restare a galla tra milioni di fotogrammi, in tv e sul web, si rischia di passare inosservati. I Leitmotiv cercano di far risaltare i contenuti delle proprie creazioni con filmati e ritratti singolari. Ma non è compito facile. Vederli dal vivo è il modo più autentico per trovare il significato tangibile delle loro composizioni. Hanno girato diversi video (fruibili qui) per promuovere L’Audace Bianco Sporca il Resto, debut album del 2008, tutti dotati di una certa originalità. E nel solco dell’autenticità continuano a produrne.
Oggi la band è in tour per presentare lo spettacolo tratto da Psychobabele, full-length pubblicato lo scorso febbraio. Dieci splendide tracce più una stravagante ghost track (Polaroid, che sta a metà tra il trip lisergico e la concessione alle pressanti richieste di un amico ornitologo: ragazzi, con tutti quei cinguetii!).
Proprio Psychobabele, omonimo singolo del disco, ha ispirato la realizzazione della clip che è una «una miscellanea di tecniche di animazione: "spot motion", "computer graphic" e "real-time"», ma stasera al Contestaccio di Roma c’è la presentazione ufficiale di una nuova produzione audiovisiva. Si tratta di Limacuore ballata delicata e sognante adeguatamente fasciata da toni soffusi.
Video a parte, di seguito c'è il ricordo sulla performance live di ieri sera.
“Benvenuti a Psychobabele”. Non formula di accoglienza ma preallarme sul caos che ai giorni nostri avvolge e disperde. L’incipit di Giorgio Consoli, cantante dei Leitmotiv, dà il via a uno spettacolo caratterizzato da una singolare anarchia di citazioni artistiche. La musica è il postulato della band, ma è anche il pretesto per amalgamare linguaggi che altrove non si armonizzano, irrigiditi come sono da modelli convenzionali. La cifra stilistica dei Leitmotiv, invece, sta nella celebrazione dell’arte nella sua pienezza.
Al Santo Graal Village di Trani, in una serata torrida, si replica l’ennesima tappa del tour in supporto di Psychobabele, secondo album dei cinque di Sava.
Eterogeneo come il precedente L’Audace Bianco Sporca il Resto, disco denso di lirismo e incentrato su certe dinamiche combat folk, Psychobabele è permeato da un’urgenza comunicativa che asciuga i testi e libera maggiore elettricità. L’effetto, dal vivo, è amplificato dalla proverbiale energia profusa dal gruppo. Giovanni Sileno, principale autore di testi e musiche, è conciato da pirata, proprio come nel primo video tratto dall’album (visibile su Rai Music) e passa più tempo a saccheggiare note della chitarra che non dai tasti del piano digitale. Peppino Soloperto, al basso, suona a piedi nudi e questo, perso com’è nel groove, sembra l’unico modo per garantirgli il contatto con la terra. Asciutto e brutale, il drumming di Dino Semeraro sa essere calibrato con preminenza o funzionalità a seconda dell’esecuzione (con tanto di ciuffo a tempo!). Natty Lomartire, chitarra solista dal gusto orientaleggiante, ricama fregi che contrassegnano il sound della band. Giorgio Consoli è il frontman e lo fa come nessuno. Difficile accostarlo ad altre figure già note: non canta i testi, li interpreta attingendo a piene mani dalla recitazione. Nulla di seccante o soporifero, al contrario, questa interazione tra diversi linguaggi espressivi dona forza alle composizioni e genera un live act poliedrico e solido.
La bruciante versione de La Flute Magique (tra le loro migliori creazioni in assoluto) è esaltata da nervosismo punk. Tesa tra rimandi new wave e oscillazioni pop è Perso. Carica di inquietudine è la canzone che dà il nome all’intero album (Psychobabele), turbata da disordine interiore e degrado dell’ambiente. Trova posto, poi, una notevole rilettura di I am the Walrus, l’enigmatica hit dei Beatles.
A due anni dalla precedente tournée i Leitmotiv dimostrano una disinvoltura proporzionale al grado di maturazione artistico raggiunto e pare proprio che si sentano a casa sul palco: curano ogni dettaglio, ci mettono cuore sempre e comunque, esibiscono maggiore consapevolezza dei propri mezzi e passione inusitata per la musica. Indipendente.
Non si tratta di solita band e solito show. I ragazzi hanno talento. Lasciarsi sfuggire una loro performance sarebbe un vero peccato.
venerdì 1 luglio 2011
Definitely The One & Only
Louie Louie
a Louie Louie
oh no, said we gotta go
yeah yeah yeah yeah
y'a said a Louie Louie
oh baby
said we gotta go
a fine little girl, she waitin' for me
(me) catch a ship, across the sea
(me) sail that ship ah all alone
me never think how I'll make it home
a Louie Louie
yeah nah nah now
said we gotta go
oh no, said Louie Louie
oh baby said (a) we gotta go
(agh)...(or, possibly, fuck)
three nights and days I sailed the sea
(me) think of girl, ah, constantly
ah on that ship I dream she there
I smell the rose ah in her hair
a Louie Louie
woh no, said we gotta go
yeah yeah yeah yeah
y'a said a Louie Louie
oh baby
said we gotta go
ok lets give it to 'em right now!
me see
me see Jamaica a moon above
it won't be long me see me love
(me) take her in my arms again
I('ll) tell her, "I'll never leave again"
a Louie Louie
oh no, said we gotta go
yeah yeah yeah yeah
y'a said a Louie Louie
woh baby
said we gotta go
I said me gotta go now
lets hustle on outta here
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