Everything Ever Written è l'ottavo album in due decenni per la band scozzese. Gli Idlewild esprimono sonorità identitarie e cercano nuovi percorsi.
Gli scozzesi Idlewild hanno potuto disporre di un biennio per sviluppare un processo creativo immune da stress e da dead line. Registrato tra cielo e mare, sull’isola di Mull, Everything Ever Written è la loro ottava pubblicazione in vent’anni di carriera. E, a tratti, il disco manifesta un mood quieto, frutto di una produzione avvenuta tra tempi dilatati e atmosfere rilassate.
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mercoledì 25 marzo 2015
mercoledì 18 marzo 2015
The Sidekicks - Runners In The Nerved World
Ex incendiari, The Sidekicks mostrano oggi una natura che oscilla tra post-punk molliccio e power pop inoffensivo. Titolo evocativo e copertina con caratteri interlocutori, Runners In The Nerved World esclude ogni possibile connessione con il riottoso avvio di carriera della band statuitense.
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martedì 17 marzo 2015
Trupa Trupa - Headache
Si chiamano Trupa Trupa vengono dalla Polonia e hanno appena pubblicato Headache.
Il disco conta undici brani cantati in inglese e musicati sulla scorta di un rock psichedelico che ricorda i Beatles più acidi e i Radiohead più avversi al mainstream.
E’ Snow a lasciare affiorare il “mal di testa”, col suo accordo che regge l’intonazione di un lamento stonato e una strofa che fluttua prima di cadere nella spirale avviluppante di un ritornello strutturale.
I primi punti fermi dell’intero progetto vengono fissati: essenzialità lirica che profonde suggestione e musica che altera la sua fluidità in favore di una deformazione viscosa. Tra sogno e realtà lo sguardo dei ragazzi è un percorso che sembra esplorare la dottrina escatologica. Sacrifice ne è la summa (I've just realised/ I won't sacrifice/ I don't even care). Blanda e ipnotica lascia galleggiare le parole su un tappeto sonoro piacevolissimo, in piena antitesi con l’escalation lugubre ricreata dalla successiva Getting Holder. Da qui sembra debuttare un'ideale seconda parte dell’album. La direzione intrapresa dai Trupa Trupa diventa musicalmente prolissa, reiterata da sonorità davvero insistite, mentre resta laconica la stesura dei testi. Una concisione che esalta un cantato sempre più cupo ed enfatizza un’armonia tesa che in più punti, ad esempio nella chilometrica title track, sfocia in puro noise. Unbelievable torna ai toni pastello e alle atmosfere più rarefatte, ma è un filo sottile, presto spezzato dal mood alienato ed entropico di Picture Yourself.
Headache è una piacevole scoperta che svela una band capace di emergere lontano dai soliti lidi fortunati. Uscito in CD il 7 marzo, il concept sarà disponibile anche su cassetta (un supporto che quasi incredibilmente si ripropone) dal 28.
Difficili da pronunciare e da memorizzare, ma meritevoli di menzione, i nomi dei quattro componenti la band: Grzegorz Kwiatkowski (chitarra e voce), Wojciech Juchniewicz (basso, chitarra e voce), Rafal Wojczal (tastiere e chitarra) e Tomek Pawluczuk (batteria).
E’ Snow a lasciare affiorare il “mal di testa”, col suo accordo che regge l’intonazione di un lamento stonato e una strofa che fluttua prima di cadere nella spirale avviluppante di un ritornello strutturale.
I primi punti fermi dell’intero progetto vengono fissati: essenzialità lirica che profonde suggestione e musica che altera la sua fluidità in favore di una deformazione viscosa. Tra sogno e realtà lo sguardo dei ragazzi è un percorso che sembra esplorare la dottrina escatologica. Sacrifice ne è la summa (I've just realised/ I won't sacrifice/ I don't even care). Blanda e ipnotica lascia galleggiare le parole su un tappeto sonoro piacevolissimo, in piena antitesi con l’escalation lugubre ricreata dalla successiva Getting Holder. Da qui sembra debuttare un'ideale seconda parte dell’album. La direzione intrapresa dai Trupa Trupa diventa musicalmente prolissa, reiterata da sonorità davvero insistite, mentre resta laconica la stesura dei testi. Una concisione che esalta un cantato sempre più cupo ed enfatizza un’armonia tesa che in più punti, ad esempio nella chilometrica title track, sfocia in puro noise. Unbelievable torna ai toni pastello e alle atmosfere più rarefatte, ma è un filo sottile, presto spezzato dal mood alienato ed entropico di Picture Yourself.
Headache è una piacevole scoperta che svela una band capace di emergere lontano dai soliti lidi fortunati. Uscito in CD il 7 marzo, il concept sarà disponibile anche su cassetta (un supporto che quasi incredibilmente si ripropone) dal 28.
Difficili da pronunciare e da memorizzare, ma meritevoli di menzione, i nomi dei quattro componenti la band: Grzegorz Kwiatkowski (chitarra e voce), Wojciech Juchniewicz (basso, chitarra e voce), Rafal Wojczal (tastiere e chitarra) e Tomek Pawluczuk (batteria).
venerdì 6 marzo 2015
Clarence Clarity - No Now
Clarence Clarity debutta con il suo primo vero album il 3 marzo.
No Now riprende idee parzialmente comparse nell'EP Save Thyself (2013), ne sviluppa la trama e ne approfondisce la prosodia. Il numero ipertrofico di brani realizzati, ben venti, attecchisce nel terreno fertile dell'electropop. L'eccesso di idee elaborate sperimenta una “non” forma-canzone, ampliando i limiti di una proposta strabocchevole. Il disco non nasconde riferimenti di stile, più che citazioni, richiamando periodi ed evitando accostamenti a personaggi, evidenziando interesse per i suoni che hanno reso celebri i sintetizzatori nella prima metà degli anni '80. In questo, No Now contiene rievocazioni – quasi dei flashback sonori – che si innestano nella contemporaneità di un progetto parcellizzato nel suo fluire. Barricato dietro un nickname che ne preserva la vita privata, il britannico sembra favorire una certa preferenza per la comunicazione musicale in favore di ogni altro tipo di ostentazione. Il musicista e produttore lascia trapelare scarse informazioni sul proprio conto, preferendo erigere quell’impenetrabile varco che argina pruderie extra-professionali. O forse, è solo una ritrosia di facciata che cela una strategia per incrementare curiosità. US5WNYHWQP3R
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No Now riprende idee parzialmente comparse nell'EP Save Thyself (2013), ne sviluppa la trama e ne approfondisce la prosodia. Il numero ipertrofico di brani realizzati, ben venti, attecchisce nel terreno fertile dell'electropop. L'eccesso di idee elaborate sperimenta una “non” forma-canzone, ampliando i limiti di una proposta strabocchevole. Il disco non nasconde riferimenti di stile, più che citazioni, richiamando periodi ed evitando accostamenti a personaggi, evidenziando interesse per i suoni che hanno reso celebri i sintetizzatori nella prima metà degli anni '80. In questo, No Now contiene rievocazioni – quasi dei flashback sonori – che si innestano nella contemporaneità di un progetto parcellizzato nel suo fluire. Barricato dietro un nickname che ne preserva la vita privata, il britannico sembra favorire una certa preferenza per la comunicazione musicale in favore di ogni altro tipo di ostentazione. Il musicista e produttore lascia trapelare scarse informazioni sul proprio conto, preferendo erigere quell’impenetrabile varco che argina pruderie extra-professionali. O forse, è solo una ritrosia di facciata che cela una strategia per incrementare curiosità. US5WNYHWQP3R
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