venerdì 21 dicembre 2012

Renzo Rubino e il suo "pop" tra "bignè" e "milioni di scintille"

Renzo Rubino compone musica, suona il piano, non vuole chitarre tra i piedi e canta con enfasi i suoi testi pletorici su sentimenti, quotidianità e irresistibili dolciumi. La vena ironica (e autoironica) è forte, l’identità cantautorale è netta. L’imperante assenza di logica tra certe dinamiche del nostro tempo infervora l’immaginario di Rubino che sugli incagli personali erige, con le parole, monumenti stralunati, problematici, dal taglio caustico. Farfavole è il primo vero disco inciso dal giovane pugliese, sette brani per rimarcare nobili sentimenti e piccole trasgressioni alimentari. Poco più di venti minuti per sgrovigliare nodi emozionali inclusi quelli che ispirano voluttà o che mettono a nudo l’indole cedevole dell’uomo bramoso al cospetto di un Bignè (brano vincitore al festival Musicultura 2011). Canzoni come Balla e Canta, e Pornokiller mostrano abilità allusive ed evocative difficili da ritrovare in giovani compositori italiani. Valori ancora più amplificati dalla matura scelta di chiudere Farfavole con la dotta citazione di Milioni di Scintille – rifacimento di un brano scritto da Modugno – con il prezioso cameo del trombettista Fabrizio Bosso. In questi giorni, nell’archivio musicale di Rubino, ha trovato spazio anche il nuovo singolo Pop. Accompagnato da un video che ne comprova le doti di primo attore, il brano cerca di risolvere un quesito tanto annoso quanto retorico: “di che diavolo parlano i discografici quando chiedono agli artisti di essere POP”? Intanto, al lavoro per il nuovo album che vedrà la luce nel prossimo anno, il martinese si appresta a partecipare alla prossima edizione di Sanremo Giovani con il pezzo intitolato Il postino, già disponibile sul sito web della Rai.

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