domenica 25 ottobre 2009

This world is bullshit

Tidal è l’album di una debuttante giovanissima e promettente. Fiona Apple spinge delicatamente i tasti del pianoforte per ricreare soffuse atmosfere e sofferte ballate pianistiche, colonne sonore di racconti intimi e disperati. Da apprezzare in silenzio e da assaporare con parsimonia, il disco piace anche a chi non è avvezzo al genere proposto dalla cantautrice (ecco perché se ne trova traccia anche qui).
Accolto bene da pubblico e critica, complice anche l’eccessiva esposizione mediatica, il disco genera sei singoli di successo e vince premi importanti che spingono la diciottenne nel vorticoso business discografico. Il trionfo, però, mina le velleità artistiche della cantautrice costretta a misurarsi con un’industria schiacciasassi. A complicare tutto, un discorso estemporaneo molto particolare.


E’ il 1996 quando la Columbia pubblica il disco.
La copertina mostra un viso, giovane, dagli occhi azzurri e dalla pelle diafana; l’ascolto svela un canto, deciso, che manifesta una maturità imprevista.
Fiona Apple ammalia, e a tratti uccide, con un binomio voce-pianoforte che in Tidal suona come un piacevole tormento alt-jazz: sofisticate atmosfere e delicate melodie, si sporcano nella melma di ricordi opprimenti che affiorano, implacabili, nei testi vergati dalla newyorkese.
Un debut album che delinea un percorso autobiografico fluito da una crepa nel guscio dei sentimenti: dieci brani in cui fluttuano testi intensi ed istintivi, tra musiche dalla portata voluminosa e vocalità sussurrate e in crescendo.

Il piano conduce, e la voce asseconda, un amalgama tra musica di derivazione classica e pop di pregevole fattura. Come ha detto Andrew Slater, abile produttore di Tidal, “Fiona è affascinata dall’hip hop ma non nasconde l’amore per la musica classica e per i cantanti della vecchia scuola come Ella Fitzgerald”. Vero. Cadenzato in Sleep To Dream, disilluso in Shadowboxer, ammiccante in Criminal, esotico in The First Taste, confidenziale in Slow Like Honey, il suo modo di cantare si confonde, seducente e autorevole, tra moderno e tradizionale.
Come in Never Is A Promise, sorta di suite sperimentale, dove la Apple stende la sua preziosa voce su un arrangiamento che prevede solo archi e pianoforte (solo piano qui).
Ma è in Sullen Girl che il dualismo tra classico e moderno si esalta e manifesta l’essenza dell’intero lavoro. Il testo introspettivo piange lacrime asciugate dall’arioso accompagnamento strumentale ben piantato nel solco della tradizione americana, con misurata incursione di pedal steel e discreto drumming. Brano intenso plasmato da un lamento scivoloso che più volte srotola la stessa malinconica nenia (It’s calm under the waves in the blue of my oblivion/ C’è quiete sotto le onde nel blu del mio oblio).

Tidal mette in luce l’audace personalità della giovane compositrice e la valida regia del produttore, senza tralasciare la parte narrativa. La disinvoltura impiegata per rivelare pensieri reconditi porta a vicende patite in prima persona e trascritte dal diario di un’adolescente truffata dalla vita. Liriche che cristallizzano, con intento esorcizzante, lo scorrere inesorabile e molesto di pensieri tristi e ricordi dolenti che sgorgano dal profondo: ecco come la canzone assume quel ruolo taumaturgico che solo la divulgazione di un segreto, a volte, può concedere. Ma il ricorso all’arte, intrapreso per neutralizzare un passato popolato da fantasmi, si tramuta da sogno a incubo. Fiona diventa un personaggio dal forte appeal, un fenomeno di massa di facile consumo, manipolabile, e che finisce nel perverso ed inevitabile ingranaggio affaristico della macchina musicale. Quando l’ambiente discografico comincia a puzzare di eccessivo compromesso, però, la ragazza sbotta alla cerimonia degli “MTV Video Music Awards” del 1997. In nomination per Sleep To Dream nella categoria “Best New Artist in a Video”, vince e accoglie il premio pronunciando un riottoso discorso.

Ragazzi ... oh, ragazzi! Non ho preparato un discorso, e me ne dispiace, ma sono contenta di non averlo fatto, perché ne farò uno che nessun altro fa. Per tutti quelli che dovrei ringraziare, mi dispiace, ma devo usare questo tempo. Vedete, Maya Angelou ha detto che noi, in quanto esseri umani, al massimo possiamo solo creare opportunità. E voglio usare questa opportunità alla mia maniera. Voglio dire a quelli che desiderano questo mondo, che (questo mondo) è una merda. E che non dovreste prenderlo come modello di vita! E’ tutta merda: quello che noi crediamo sia fico, la maniera in cui ci vestiamo, che diciamo, tutto. Trovate la vostra strada! Trovate la vostra strada!
E voglio dire a poche persone alcune cose. Voglio dire: mamma ti voglio bene, e sono così contenta che stiamo diventando amiche. Amber, ti voglio bene, sei mia sorella e la mia migliore amica.
Andy Slater, nessun altro avrebbe prodotto questo album come te, davvero, nessuno. E' stupido che io stia in questo mondo, ma voi siete così carini con me. Perciò grazie mille.
Ciao.

Un ingenuo monologo che ha il merito di rendere autentica la genesi di Tidal ma che non piace alla cerchia del music business – cui lei stessa appartiene – e che contribuisce a rendere arduo un percorso artistico ancora oggi travagliato.

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Traduzione del discorso di Fiona Apple a cura dell’intrepido Giapo. Grazie Brother!
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venerdì 16 ottobre 2009

Bruce “The Boss” Springsteen: WANTED!

When Will I Be Loved è stato recentemente riproposto da John Fogerty.
Nella rilettura dell’ex Creedence, il brano originariamente pubblicato nel 1960 dagli Everly Bros. (gli stessi autori di Bye Bye Love e Wake Up Little Suzie), ha mantenuto la sua innata intonazione soul e ha liberato tutta la sua inflessione country.
Nella cover sono presenti tutti gli elementi stilistici tipici del genere, ma è la scenografia del video a porre l’accento sullo stile “vecchio e selvaggio west”, sia per l’ambientazione da saloon sia per i rimandi alla corsa all’oro.
Non è un pezzo trascendentale ed è noto, principalmente, per la partecipazione vocale di Bruce Springsteen che in video, però, non appare. O forse sì?
Beh, a guardare bene, a metà del minimetraggio è possibile intravedere l’arcinota locandina, con foto segnaletica del ricercato di turno, sotto l’usuale scritta “wanted”. Pare di scorgere il tipo già apparso sulla copertina di Magic ma con un cappellaccio da cowboy aggiunto con un ignobile fotomontaggio che lascia - davvero - di sasso. A peggiorare le cose la didascalia ripropone un The Boss che qui, a ogni buon conto, pare davvero azzeccato.

Ma lasciamo stare, sono giovanotti (!!) e consoliamoci con l’ambaradan di violino, steel guitar, mandolino e batteria con cui armeggia la splendida Blue Ridge Rangers, backing band di Fogerty.
Per vedere alcuni gorgheggi di Springsteen in carne ed ossa sarà opportuno, invece, acquistare la versione deluxe del CD (con DVD annesso) oppure … aspettare che qualcuno carichi le immagini delle sessions su youtube.

Questo, intanto, è "When Will I Be Loved" video premiere messo on line il 14 ottobre da AOL MUSIC.

When Will I Be Loved Music Video

Aggiornamento: ecco il Making Of The Blue Ridge Rangers Rides Again (gorgheggi di Springsteen inclusi!).

clic qui

mercoledì 7 ottobre 2009

A man we'll soon forget

Comporre una canzone per sola voce ed ukulele?
Per Ed Vedder si può fare. Per Chris Cornell proprio no. L’ottimismo nutre la creatività del primo che, con la sola chitarra hawaiana e le corde vocali, prova e riprova a mettere insieme una composizione. Vedder si aggiudica la scommessa e Soon Forget viene inserita nella tracklist di Binaural (2000).
La pungente ballata è critica nei confronti di un certo stile di vita: sotterfugio, prosperità e isolamento tracciano la personalità di un personaggio dalla dubbia moralità. Ma la ricchezza e la potenza dell’uomo vengono derise: stare in alto è bello, sovrastare apporta vantaggio, ma cadere da certe altezze provoca forti dolori e indelebili ammaccature.
Nel testo si cita la parabola, triste a dire il vero, di un uomo in vetta, di un cinico omuncolo in qualche modo “arrivato”, del notabile che ha ciò che serve per vivere sopra tutto e tutti pensando solo ai fattacci propri. Ma l’imprevisto capita anche al più prepotente dei tiranni.
Anche all’uomo potente e ricco, all’uomo scaltro, all’uomo ammanicato, infatti, può succedere di ritrovarsi nel bel mezzo di una giornata da dimenticare.

Hey, questa è per te!

Soon Forget

Sorry is the fool who trades his soul for a corvette
Thinks he'll get the girl, he'll only get the mechanic
What's missing? He's living a day he'll soon forget
That's one more time around,... the sun is going down
The moon is out, but he's drunk and shouting,
Putting people down...he's pissing,.. he's living...
A day he'll soon forget
Counts his money every morning
The only thing that keeps him horny
Locked in a giant house, that's alarming
The townsfolk,... they all laugh

Sorry is the fool who trades his love for high-rise rent
Seems the more you make, equals the loneliness you get
and it's fitting,... he's barely living,... a day he'll soon forget
That's one more time around,... there is not a sound
He's lying dead clutching Benjamins,... never put the money down
He's stiffening,... we're all whistling...
A man we'll soon forget