venerdì 23 marzo 2012

Counting Crows - Underwater Sunshine (or what we did on our summer vacation)

Il 10 aprile esce Underwater Sunshine (or what we did on our summer vacation), album di cover dei Counting Crows.
Dopo quattro anni gli americani ritornano sulla scena con una compilation di pezzi originariamente composti da musicisti noti e meno noti. Stando alle dichiarazioni del frontman Adam Duritz, il progetto intende dare lustro a brani meritevoli, ma sottovalutati o ignorati.
Tutto è nato dalla volontà di suonare per puro divertimento, scegliendo canzoni capaci di liberare l'istinto passionale della band per la musica che, in Underwater Sunshine, si affranca da quei vincoli capaci di mortificare l'essenza artistica. Per fare questo il gruppo ha deciso di lasciare la Geffen Records per siglare un accordo con l'etichetta indipendente Collective Sounds. La splendida (Untitled) Love Song, dei californiani Romany Rye, è introduzione che sembra autografa. Mercy, traccia "propedeutica" che si può scaricare dal sito ufficiale della band, oppure dal box qui sotto, emana un rock misurato di pregevole fattura. E' un brano scritto dai Tender Mercies (side project dei CC) che riflette echi west coast.

Le premesse, seppur esigue, sembrano davvero buone.

giovedì 15 marzo 2012

Tom Petty - I Won't Back Down



Well I won't back down, no I won't back down
You could stand me up at the gates of hell
But I won't back down

Gonna stand my ground, won't be turned around
And I'll keep this world from draggin' me down
Gonna stand my ground and I won't back down

Hey baby, there ain't no easy way out
Hey I will stand my ground
And I won't back down

Well I know what's right, I got just one life
In a world that keeps on pushin' me around
But I'll stand my ground and I won't back down

Hey baby there ain't no easy way out
Hey I will stand my ground
And I won't back down
No, I won't back down

mercoledì 14 marzo 2012

Edda - Odio i vivi

Odio i vivi è il secondo album solista di Stefano “Edda” Rampoldi. Semper Biot, del 2009, aveva segnato il ritorno sulle scene dell’ex Ritmo Tribale dopo un lungo periodo di silenzio. Tredici anni di assenza dalle scene, una lunga stagione di isolamento che ha segnato l’esistenza di un artista controverso e assolutamente singolare per indipendenza e tratto stilistico. Odio i vivi conferma tutta l’anomalia di Edda.

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lunedì 12 marzo 2012

Muffx - Époque

Che epoca ci racconta il nuovo disco dei Muffx? La copertina del loro imminente ultimo lavoro, appunto Époque, sembra suggerire una lettura critica e disincantata dei giorni nostri. Un omone incravattato (che svela la sua reale natura solo sul retro di copertina) è posto al vertice di una stilizzata mappa dei poteri che colloca in alto omuncoli della classe dirigente, clericali, starlet e delinquenti: insomma quelli che influenzano negativamente il quotidiano.

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lunedì 5 marzo 2012

Born in the USA? No, "Scorned in the USA"!

Ecco la copertina del settimanale economico Business Week.
Il numero uscito il 27 febbraio scorso propone Mitt Romney, possibile candidato repubblicano alla presidenza USA, in versione Sleeveface.

Quando si tratta di presidenziali statunitensi, in un modo o nell'altro, salta fuori il nome del body builder del New Jersey o il suo all-time best seller: Born In The USA.  

Fortunatamente l'accostamento tra il partito conservatore e il musicista è un mero gioco grafico (anche se la didascalia in basso a destra, sul giornale, non promette nulla di buono).

sabato 3 marzo 2012

Moveonout - Here

Da una incessante attività concertistica, i Moveonout desumono idee ed elaborano intuizioni che, portate in studio d’incisione, danno vita al primo vero full-length della band, Here.

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(Stay Behind)

giovedì 1 marzo 2012

Marco Machera - One Time, Somewhere

Bassista, cantante, chitarrista e arrangiatore, Marco Machera debutta con One Time, Somewhere album edito in formato digitale dalla Innsbruck Records.
Machera è cantautore e polistrumentista che predilige il basso, ma per assecondare armonie delicate o traiettorie risolute alterna lo strumento più adatto a scandire tempi e regole di queste 9 tracce autoprodotte. Oltre al basso, dunque, impiega chitarre, synth e percussioni delineando il lieve preludio pop di Hello, o la conclusiva babilonia sonora di Troubled Childhood. In poco più di mezz’ora, testi inglesi fluttuano in un continuo susseguirsi di indisciplinata opulenza sonora, cercata e glorificata da autore e session men intervenuti in suo supporto (Pat Mastellotto alla batteria e Francesco Zampi agli archi, piano, diavolerie elettroniche).
Convivono varie anime in One Time, Somewhere. Nella brillante Days Of Summertime, brano interpretato da Rob Fetters, risaltano echi beatlesiani, mentre Stories Left Untold è piacevolmente articolata su percorsi fusion che valorizzano linee di basso profonde e seducenti. In quota rock la tesa versione di Bright Lights Big City, breve, percussiva e memorizzabile.

Tutti i brani sembrano raccogliere le suggestioni che Machera ha elegantemente racchiuso in questa compilation elaborata in un lungo arco temporale. Le fondamenta del disco sono state gettate nel 2009 e, tra un impegno e l’altro, Machera ha cesellato il lavoro ultimandolo solo l’estate scorsa.
Al di là della sua nuova carriera solista, infatti, il musicista di Latina è membro in pianta stabile dei MYTHO (band prog rock a conduzione semi-familiare), e può esibire un curriculum che vanta collaborazioni con una pletora di chitarristi di prim’ordine – tra cui Adrian Belew (King Crimson), Frank Gambale (Chick Corea Elektric Band), Jennifer Batten (Michael Jackson), Paul Gilbert (Mr. Big) – e con il ricercato batterista della scena mainstream Jerry Marotta (Peter Gabriel e Tony Levin tra gli altri). Partecipazioni che hanno inoculato nel giovane musicista (ventisei anni appena) il culto del rock-jazz che balena intermittente in One Time, Somewhere, serpeggiando tra le digressioni elettroniche di Götzendämmerung e permeando le carezzevoli sinfonie di archi incluse in Down Below. Slegate da vincoli stilistici risultano Hire Her, eterea e sperimentale nella suo incedere indeterminato, e quella El Muerto dall’inquieto refrain western morriconiano che spezza in due tracklist e certezze sull’esatta collocazione dei generi proposti.
Spiazzante per varietà di stili, One Time, Somewhere è un disco eterogeneo che lascia apprezzare le doti del compositore e le ampie vedute del produttore.

Sito web di Marco Machera