venerdì 24 ottobre 2008

Fuck you too, lady!

The Hives
Bari, 23 agosto 2008 - Parco Perotti
(“L’acqua in testa” Free Music Festival)


E’ una smorfia tra lo strabiliato e lo scettico, quella che nasce involontaria sul mio volto quando apprendo la novità: gratis a Bari, The Hives.
Ora, in una proposizione in cui tutto ha l’apparenza di una palese contraddizione in termini, pare farsesco leggere insieme alla parola che significa “senza alcuna spesa”, il nome del capoluogo pugliese abbinato al gruppo scandinavo.
Fortunatamente è tutto vero e, a volte, pare proprio che le vie del Rock siano infinite.
Un nanosecondo dopo l’acquisizione della notizia, ovviamente, sono già pronto ad essere della partita.

Flashback: la prima volta che ho visto in azione il complesso è stato 4 o 5 anni fa.
Derelitto sul divano, stavo facendo zapping notturno, quando … bang! Su MTV, durante un programma che tutt’oggi ignoro, vedo una saltellante Christine Dunst (l’attrice) presentare con inarrivabile espressione giuliva (se divento una rockstar, voglio essere presentato tal quale!) una band che subito attacca un Rock’n’Roll d’altri tempi. Anche le loro “divise” sono di un’altra epoca: come i Beatles del primo periodo, tutti indossano stesse scarpe, stessi abiti. Il pezzo mi piace un sacco, il piglio pure. In seguito mi documento e mi appassiono.

Torno all’estate appena consumata.
Sono a Bari. Causa vacanze, la città è ancora semi deserta e, nella riqualificata zona antistante il litorale dove un tempo sorgeva l’ecomostro di Punta Perotti, accorrono circa 5.000 scatenati fans. Insieme a due compagni di ventura (uno è l’autore delle fantastiche foto pubblicate in questo post) giungo nell’area allestita per il festival con largo anticipo. Porto una maglietta springsteeniana dall’implicito (ritengo io, e solo io) messaggio: sono più vecchio e più tosto di voi, quindi, fate i bravi! Pura illusione. Lo verifico appena ostili cloni di Marilyn Manson mi accerchiano.
Alla presenza di ragazzetti imberbi ben al di sotto della mia età, con un certo imbarazzo - che grazie alla coinvolgente esibizione tenderà ad annularsi entro i primi 5 minuti - mi arpiono alla transenna sotto il palco.

Mi sistemo proprio davanti alla postazione del “folle” chitarrista Nicholaus Arson (all’anagrafe Niklas Almqvist), fratello dell’altrettanto eccentrico cantante Howlin' Pelle Almqvist (Per Almqvist). A quest’ultimo spetta il compito di enunciare il dettame per la serata, “The Hives make music, Bari makes noise!” e l’incarico di verificarne la comprensione da parte nostra, con l’eloquente intercalare barese “Capisc’?”.
Agghindati con abiti neri e scarpe bianche, l’iperattivo quintetto svedese monopolizza da subito l’attenzione del pubblico. La performance, infatti, è a base di musica a metà tra Rock And Roll classico e Punk. Senza indugi su singoli virtuosismi, le chitarre suonano esclusivamente riff a tutto spiano, la batteria fa baccano, il basso occupa gli spazi vuoti e il frontman si sgola ed ammicca.

Ecco servito un perfetto Rock Show, asciutto per essenzialità musicale, arricchito (e non diluito) da acrobazie compiute con microfoni che si librano in aria, chitarre che volteggiano a rischio schianto ed una profusa elargizione, in platea, di plettri per chitarra e bacchette da batteria. La ricetta è semplice quanto gustosa. Quella che incisa su disco può sembrare una noiosa formula routinaria, nella dimensione live si rivela un strategia vincente: la pietra angolare del gruppo sta nell’assenza di particolari artifici sonori, nella semplicità della struttura musicale concepita dal gruppo.

Ma c’è sempre qualcuno che presenzia ai concerti per dar fastidio: una piccola sceneggiata viene rappresentata da una seccante ragazzetta in prima fila.
Questa detestabile ubriaca molesta, capelli di stoppa e trucco da passeggiatrice, prova ad attirare su di sé ed in ogni modo l’attenzione del vocalist. Con gesto repentino si leva il reggiseno, conservando indosso la maglia (tecnicamente sto ancora cercando di capire la dinamica del gesto!) e lo lancia ai piedi del cantante. Ma nulla accade: Pelle è concentrato nel suo lavoro. Poi scaglia una bottiglia in plastica ancora piena di un liquore che a vedersi sembra whiskey, a ridosso del singer. Anche qui nulla, ma all’ennesimo gesto di maleducazione – il classico e scontato dito medio – Pelle dimentica di essere un imperturbabile gentleman del freddo nord Europa e risponde in maniera analoga, accompagnando il suo gesto con un “Hey! Fuck you too, lady!”. Finalmente! Mi faccio una grassa risata alla faccia della Courtney Love “de noantri”.

Lo spettacolo continua e dal repertorio vengono recuperati i primi prorompenti successi quali “Hate To Say I Told You So”, "Main Offender", “Die, All Right!”, “Supply And Demand” (dal loro miglior disco Veni Vidi Vicious del 2000) e “Walk Idiot Walk” (Tyrannosaurus Hives, 2004) che si alternano ai recenti “You Got It All ... Wrong” e soprattutto l’ultimo hit “Tick Tick Boom” (entrambi da Black And White Album). I ragazzi tirano dritto senza alcuna sosta. Là fuori, stasera, c’è qualcuno propenso solo a farci divertire in totale assenza di sermoni. Gli Hives, com’è noto, non sono alfieri della “musica impegnata” ma una band godereccia apprezzabile per le ottime capacità di coinvolgimento ascrivibile al movimento “Rock da cazzeggio di qualità”; insomma il gruppo spassoso della corrente Rock. Oggi, per farla breve, si poga e basta! E la platea balla divertita.

Il loro appagante concerto conferma a pieni voti la reputazione di live band vincente.
Scendono dal palco e vengono a stringere mani nelle prime file prima di correre in aereoporto.
L’indomani li aspetta la tappa londinese del tour.
Come dire? Veni, vidi, vici, anzi … vicious!
Grazie Miss Dunst, chiamami: ti devo un favore!
Capisc’?
__________

GRAZIE mitico Ettore “Wonder Boy” Dicorato!
Mi sono ammaccato per farti produrre questi scatti, ma ne è valsa la pena.
__________


Creative Commons License
7 ottobre by http://7ottobre.blogspot.com/ is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.

2 commenti:

(wonder boy) ha detto...

è inutile sei un grande...sarà ke è un impresa lasciare un commento(nn so se questo è il modo giusto),però resta il fatto ke il blog è puro RWAKKENROLL!!!
ti ringrazio dei diritti d'autore...nn posso ke essere onorato di far parte del tuo website...
thanks
Ettore(wonder boy)Dicorato

Francesco Santoro ha detto...

Cosa vuoi che risponda ad un così bel commento?
GRAZIE! ;-D
A presto,
F.