mercoledì 15 ottobre 2008

Don’t drink water, drink wine!

Il 21 ottobre Ani DiFranco terrà un concerto al Rolling Stone di Milano.
Purtroppo non potrò assistervi e già ipotizzo (con la little folksinger on stage, nulla è ordinario) che quanto andrà in scena sarà sensazionale.
La 38enne cantautrice di Buffalo è davvero unica.
Non mi credete? Parlo per esperienza personale, mica per sentito dire!
Ho visto Ani in tour 4 anni fa.
Alcuni ricordi, legati a quell'entusiasmante concerto, sono ancora vivi nella mia mente.
Eccoli.

14 novembre 2004. Piove copiosamente sull’edificio che, generosamente, chiamerò palasport.
Il PalaMartino, una palestra della periferia barese, è sold out per il concerto di Ani DiFranco.
Un’inattesa ovazione accoglie il suo ingresso sul palco e lei, allibita, mima un balzo indietro, come travolta da un’onda d’urto.
L’esibizione è subito carica di pathos: Ani batte le corde della chitarra, colpendo anche, quelle vibranti nel profondo di ognuno di noi.
Non tutti afferrano il senso dei suoi testi, ma lei è in grado di farsi capire; con il tono di voce ora solare, ora mesto, con l’efficace mimica facciale, con il sincopato suono delle chitarre acustiche. Conduce oltre l’ostacolo, oltre il significato della tormentata storia d’amore che narra, della quotidiana ingiustizia sociale, racconta la ricerca di semplici desideri.
Qualche luce illumina la sua figura minuta e quella del jazzista Todd Sickafoose che, con il suo contrabbasso, la segue in questo tour: la sobria scenografia enfatizza la performance del duo.

La grintosa cantautrice, diverte inaspettatamente quando racconta, in uno stentato italiano, di essere sotto gli “effetti” del caffè espresso e del vino - a suo dire - le uniche bevande esistenti in Italia. In proposito, infatti, confida di non bere altro qui, e ride ricordando il gran mal di testa che segue ogni “degustazione”. Durante una pausa, prende la sua bottiglietta d’acqua per mandar giù un sorso. Acqua, qui? Sarà mica di contrabbando!? A quel punto, memore del pettegolezzo precedente, le suggerisco (in realtà, sbraito dalla seconda fila): “Don’t drink water, drink wine!”. Sul volto di Ani si illumina un ampio sorriso e subito risponde qualcosa che (maledizione!) si perde tra l’ilarità generale.
Ci lascia con la splendida “32 Flavors” eseguita insieme a Gail Ann Dorsey (tour opener) anche lei con chitarra acustica e al controcanto (ecco una recente versione del brano). “Socchiudi gli occhi” sussurra “e guarda più da vicino”. Sento di dover ascoltare il suo consiglio: mi scruto dentro e provo una grande soddisfazione. Ani DiFranco ha reso memorabile la fredda serata di un giorno qualunque in un sobborgo del sud, ed io in cambio, le ho strappato un sorriso.


- Setlist -
Ain't That The Way
Educated Guess
Garden Of Simple
Half-Assed
Swim
Here For Now
So What
Lag Time
Up Up Up Up Up Up
Little Plastic Castle
Dilate
Phase
Welcome to:
Nicotine
Shameless
Gravel
32Flavors

Ho reso l'idea?
No? Allora vuol dire che proprio non potete fare a meno di un supporto audio.
In tal caso, è indispensabile correre ai ripari con l'acquisizione del concerto registrato a Roma la sera dopo il "live in Bari".
Fa parte delle uscite denominate "Official Bootleg Series" (in pieno stile Bob Dylan).
Ovviamente, caldeggio l'acquisto.


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