Cinque anni dopo demoDé, gli InVinoVeritas pubblicano ViaVai. Più asciutto e incisivo del precedente, il nuovo disco cerca – come anticipa il titolo – di mettere a fuoco il tema del movimento. Il fil rouge che lega le tracce non sempre connette gli argomenti, ma il risultato complessivo è comunque piacevole.
Gli InVinoVeritas pubblicano il terzo album in tredici anni. In sala d’incisione, a quanto pare, ci finiscono solo quando è il momento di plasmare qualcosa che li coinvolge per davvero. O quando i cambi di formazione lo consentono.
Il gruppo ha scelto un nome programmatico per questa produzione: ViaVai.
E’ un disco che aspira a raccontare migrazioni fisiche e vagabondaggi trascendentali, che mira all’inequivocabile rappresentazione “di movimento” e che cerca di meditare “sul movimento”.
La trama incarna visioni e opportunità, ambizioni e frustrazioni che accarezzano la superficie di quanto predefinito senza ghermirne il nucleo. Il filo conduttore è labile ma è magistralmente saldato in copertina dalla concretizzazione del titolo che propone – oltre all’acronimo del nome della band – quel febbrile movimento di persone che vanno e vengono.
Il viaggio allora risulta più focalizzato con la musica, che esplora, setaccia, riscopre.
Gli InVinoVeritas tratteggiano una scena ampia mai arroccata, pronta semmai a spalancarsi per il frequente ricambio di componenti, per la stravaganza concettuale, per la rilevante fusione di stili. E’ una band che rimanda un brio compositivo sincretico, disposto a sperimentare, ad osare per mezzo di insolite soluzioni. Dal pop al rock, dal punk al cantautorato: la metamorfosi sonora del collettivo si basa su accenti ritmici sostanziali e su architetture melodiche funzionali. A completare la miscela, voci diverse si alternano per urlare la rabbia o sussurrare lo sdegno. La penna rastrella tribolazioni (Briciole), riscontri intimisti (einvctnvai) o angosce più che concrete (Clash in Via Padova).
Traspare una nitida autenticità, una passione onesta dagli undici brani contenuti in ViaVai.
Pur non essendo perfetto, l'album esibisce quarantacinque minuti di musica matura e intensa. La già menzionata einvctnvai e Come Ridere svettano dal contesto in modo netto, rinnovando, grazie al fondamentale contributo vocale di Sara Squillante, lo splendore canoro che ha segnato il progresso della musica leggera italiana negli anni Sessanta.
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