martedì 29 giugno 2010

Plurima Mundi - Atto I°

Valenti musicisti si uniscono sotto un nome capace di ricondurre all’idea dei molti generi proposti nel solco del progressive. I Plurima Mundi, cinque strumentisti e una cantante provenienti da estrazioni musicali differenti, rinvigoriscono gli stilemi del prog italiano con competenza, passione e scampoli di originalità.

Invogliati dall’alchimia scaturita dall’incessante attività live, tra l’altro ricca di collaborazioni e prodiga di apprezzamenti, i Plurima incidono il debut album a sei anni dalla propria fondazione.
A tracciare la rotta di Atto I° è il maestro Massimiliano Monopoli, docente di violino al conservatorio di Taranto, autore di tutte le musiche. Grazie a continui rimandi all’epoca d’oro del progressive rock, tra i ’60 e i ’70, la band pugliese riannoda i fili con un glorioso passato. A testimoniarlo è la collaborazione con Lino Vairetti, voce degli Osanna (tra i capostipiti della scena nazionale) coinvolto nella conclusiva Aria.
Atto I° nasce dall’entusiasmo e da un atto d’amore nei confronti di un genere che richiede indiscutibili capacità tecniche. Capacità certificate dalla coraggiosa scelta (obbligata?) di registrare i brani in un teatro, e in presa diretta, piuttosto che nel solito studio d’incisione laddove è più facile bluffare. Ciò che è pregio, però, spesso risulta limite. A tratti ostico, l’andamento dei quattro componimenti (un EP più che un album) risulta difficile da assimilare. Tanto funambolici quanto esasperati, alcuni passaggi sbalordiscono per difficoltà di esecuzione a scapito dell’emotività, essenza prima della musica. La strumentale Ortus Confusus, ad esempio, è abile antologia che compendia – nella migliore tradizione prog – musica classica, jazz, folk, funky in una sorta di introduzione dei singoli componenti la band. Nei ricordi del tempo presenta impennate che citano la PFM ma qui, e nelle altre tre tracce, gli altri elementi restano spesso condizionati dalle ingombranti sofisticherie del violino elettrico di Monopoli. Surreali e fortemente rimate, le liriche scritte da Grazia Maremonti sembrano studiate più per accompagnare le musiche che per dare forza e autonomia ai testi.
La stampa estera di settore ha dedicato attenzione a questa pubblicazione e la nomination, quale Miglior Album d’Esordio, ai ProgAwards 2009 avvalora la validità del progetto. Progetto che lascerà indenni gli ascoltatori occasionali ma che non deluderà gli amanti del genere.

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